sabato 27 maggio 2017

Motivazione....questa sconosciuta

L'argomento merita un post dedicato...anche se breve. Come sempre cercherò di condividere informazioni basate sull'esperienza, sperando che tutti, chi in ricerca attiva e chi no, si concentrino sulle reali motivazioni che spingono ad accettare una nuova sfida professionale.
Sinteticamente, noi headhunter ragioniamo su tre parametri per dare un ordine ed un grado di importanza alla motivazione di chi ci troviamo di fronte:
- Il ruolo professionale;
- Il tipo di azienda;
- L'increase economico offerto.
I fattori che motivano ad un cambio di lavoro sono principalmente questi (tralascio in questa sede l'aspetto privato e familiare che spesse volte ha l'ultima parola) e durante un colloquio di conoscenza e valutazione daremo un ordine (nel senso di cosa importa di più) ed un grado (nel senso di quanto importa di più).
Esempio come sempre esplicativo: ho di fronte il candidato X che si trova ad operare in un ruolo che lo soddisfa in azienda B che però ha dimensioni un po' ridotte e locali e non ha particolari mire di espansione economica.
L'ordine che potrò dare a X per inserirlo in un processo di selezione è il seguente: dovrò presentare a X opportunità altrettanto stimolanti in termini di ruolo in contesti maggiormente strutturati e multinazionali con un increase che dovrò indagare più nel dettaglio ma di sicuro superiore al 10% della sua attuale remunerazione.
L'esempio è il primo che mi è venuto in mente, anche se la casistica ci dice che quando siamo di fronte a persone soddisfatte del ruolo e della posizione raggiunta in azienda, il contesto aziendale e il guadagno economico purtroppo scendono dal podio e l'opportunità proposta che ben rispondeva alle aspettative del candidato e che poteva essere accettata, viene, invece, elegantemente rifiutata.
Non vorrei emettere giudizi senza prima pormi in discussione, ma il tema è caldo e insieme ai colleghi notiamo che il nostro sistema è sempre meno efficace per raggiungere un lieto incontro tra gli interessi di tutti arrivando alla agognata accettazione dell'offerta.
Spesso può capitare che gli elementi in gioco non siano stati approfonditi cosi bene e quel tema che io stavo trascurando perchè sembrava poco importante durante il colloquio, era proprio quello su cui si giocava l'intera trattativa.
Sta a noi condurre i colloqui per portarli in una direzione che porti alla soddisfazione di tutti, e quindi è nostro dovere analizzare in maniera certosina tutti gli aspetti , anche quelli più scomodi.
Noto però con sempre più rammarico che una reale motivazione ad un cambio di lavoro non c'è, ed è diventata buona abitudine di alcuni candidati di fare colloqui con headhunter "perchè è giusto capire cosa offre il mercato" mistificando gli elementi sui cui lavoriamo per dare ordine e grado alla loro motivazione.
Forse la parola mistificare ha portato la linea narrativa su un binario di accusa, ma non la cancellerò perchè mi rivolgo proprio a quelle persone che ultimamente, approfittando di un trend di mercato più florido e di maggiori opportunità di lavoro, mentono o nascondono agli headhunter informazioni utili di proposito, con il solo scopo di essere inseriti nei processi di selezione, arrivare se possibile ad un'offerta e mettersi comodi per tornare dal proprio datore di lavoro a chiedere una controproposta.
Non è questo il post in cui mi soffermerò sull'importanza di NON accettare una controproposta, ma approfitterei per alzare un RED ALERT su un comportamento eticamente non corretto, che sta prendendo piede come panacea ad uno stipendio/ruolo che non soddisfa, e che mette in difficoltà tutti, prima di tutto i lavoratori stessi.
Se vogliamo ottenere qualcosa nella nostra azienda, esponiamoci, confrontiamoci, parliamo con i nostri capi, parliamo con altre divisioni, facciamoci vedere e sentire e non dimentichiamoci di dare il massimo, solo cosi' otterremo i riconoscimenti che auspichiamo.
Se tutto ciò è stato fatto, e non siamo soddisfatti, mettetevi in contatto con noi e potremo sicuramente supportarvi, ma non contattateci solo per arrivare ad ottenere quel riconoscimento in azienda paventando le vostre dimissioni.
Cercate di costruire un rapporto di fiducia con noi e non dimenticare di aiutarci....ad aiutarvi!